Le vere origini dell’Avvento sono incerte e le notizie che si hanno sono scarse. Occorre distinguere elementi riguardanti pratiche ascetiche e altri di carattere propriamente liturgico; un avvento come tempo di preparazione al Natale e un avvento che celebra la venuta gloriosa di Cristo (Avvento escatologico). L’Avvento è un tempo liturgico tipico dell’Occidente; l’Oriente ha soltanto una breve preparazione di pochi giorni al Natale. Si hanno notizie dell’Avvento dal IV sec. e questo tempo si caratterizza sia in senso escatologico sia come preparazione al Natale. Sul significato originario dell’Avvento, perciò, si è molto discusso, optando chi per la tesi dell’Avvento natalizio, chi per la tesi dell’Avvento escatologico. La riforma liturgica del Concilio Vaticano II ha intenzionalmente voluto conservare ambedue i caratteri di preparazione al Natale e di attesa della seconda venuta di Cristo.

LA STRUTTURA ATTUALE DELL’AVVENTO

«L’Avvento è tempo di attesa, di conversione, di speranza:
• attesa-memoria della prima, umile venuta del Salvatore nella nostra carne mortale; attesa-supplica dell’ultima, gloriosa venuta di Cristo, Signore della storia e Giudice universale;
• conversione, alla quale spesso la Liturgia di questo tempo invita con la voce dei profeti e soprattutto di Giovanni Battista; «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 3,2);
• speranza gioiosa che la salvezza già operata da Cristo (cfr. Rm 8,24-25) e le realtà di grazia già presenti nel mondo giungano alla loro maturazione e pienezza, per cui la promessa si tramuterà in possesso, la fede in visione, e “noi saremo simili a lui e lo vedremo così come egli è” (1 Gv 3,2)».
L’Avvento è costituito da quattro domeniche. Questo tempo liturgico, pur conservando una sua unità, come emerge dai testi liturgici e soprattutto dalla lettura quasi quotidiana del profeta Isaia, è praticamente formato da due periodi: 1. dalla prima Domenica di Avvento al 16 dicembre è posto in maggiore evidenza l’Avvento escatologico e orienta gli animi all’attesa della venuta gloriosa di Cristo; 2. dal 17 al 24 dicembre sia nella Messa, sia nella Liturgia delle Ore, tutti i testi sono indirizzati più direttamente alla preparazione del Natale. Il contenuto delle letture bibliche, soprattutto del Vangelo, focalizza per ogni domenica di Avvento un tema specifico in ciascuno dei tre cicli liturgici: la vigilanza nell’attesa del Cristo (prima domenica); l’invito alla conversione (seconda domenica); la testimonianza data a Gesù dal Precursore (terza domenica); l’annuncio della nascita di Gesù (quarta domenica). Nei giorni feriali è a disposizione un’unica serie di pericopi. Nella prima parte dell’Avvento, fino al 16 dicembre, si legge in maniera progressiva ma discontinua Isaia (il grande profeta della speranza messianica), nella prima lettura. A queste letture fanno eco alcuni brani evangelici che sono in qualche modo connessi con la nascita del Signore e con la promessa della sua venuta escatologica. Ma a partire dal giovedì della seconda settimana si leggono tutti i passi evangelici che riguardano Giovanni Battista. Nella seconda parte dell’Avvento, dal 17 dicembre in poi, si leggono nella prima lettura profezie messianiche dell’Antico Testamento e si proclamano i testi evangelici dell’infanzia, riportati dagli evangelisti Matteo e Luca. Nella preghiera liturgica, l’Avvento è presentato come preparazione alla venuta di Cristo, venuta che alle volte non viene specificata, ma che normalmente è identificata con l’incarnazione o con il ritorno glorioso di Cristo alla fine dei tempi. Le preghiere Collette dell’Avvento, soprattutto quelle dell’ultima settimana, dal 17 al 24 dicembre, mettono l’accento prevalentemente sull’imminente celebrazione della nascita di Gesù. La Liturgia, quindi, contempla ambedue le venute di Cristo in intimo rapporto tra loro. La nascita di Gesù prepara l’incontro definitivo con lui.

Siamo, in qualche modo, di fronte al mistero di un’unica venuta, nel senso che la prima inizia già ciò che verrà portato a compimento nella seconda. La venuta ultima del Signore è vista frequentemente come incontro con Cristo, presentato nella prospettiva della parabola dei servi vigilanti (Mt 24,44-51; Mc 13,33-37; Lc 12,35-48)
Anche se di minore importanza simbolico-formativa rispetto al ciclo della Pasqua, questo tempo liturgico esprime alcuni valori indispensabili per la vita ecclesiale: Avvento-Natale-Epifania ci ricordano la dimensione storica della salvezza. Dio agisce nei fatti della storia dando a essi un indirizzo salvifico. Conseguentemente si pone anche in evidenza l’attesa operosa per disporsi al dono della salvezza; l’incontro con il Signore che entra nella nostra vita; la manifestazione attiva di ciò che il Signore compie in noi perché diventi dono per gli altri.

STORIA E IL SIGNIFICATO DEL TEMPO DI AVVENTO